Immagina un uomo, tre figli, un lavoro che non lo soddisfa ma che gli consente di galleggiare. Ha studiato, ha sudato, ha scalato posizioni, ad un certo punto si è dovuto fermare. Non si è voluto arrendere al compromesso, la sua coscienza lo avrebbe divorato. Ben che vada lo Stato gli riconoscerà una pensione misera, mentre la banca non lo molla affatto: ha ancora un bel mutuo da pagare.
Immagina un uomo, imprenditore, ligio al suo dovere. Gli hanno chiesto il pizzo, non una ma dieci volte. Si è ribellato, ha denunciato, ha rietenuto fosse più importante guardarsi allo specchio a petto in fuori ogni mattina. Ha fatto il suo dovere, dovrebbe vivere tutelato e con tutte le protezioni del caso, garanzia minime di ogni Stato di diritto. Lo hanno abbandonato, giusto il tempo di farsi belli con operazioni di Polizia e encomi al questore, d’altronde una volta passata la bufera restano problemi suoi.
Immagina una donna, picchiata e soggiogata dal suo uomo. Ha paura persino della sua ombra, figuriamoci di denunciare. Un giorno decide di riprendere in mano la sua vita, denuncia il suo aguzzino e chiede tutela allo Stato. La macchina burocratica è lenta, la donna torna a casa, ad attenderla un marito e un coltello. Lo Stato partecipa ai suoi funerali, uomini eleganti e lacrime di circostanza, fino alla morte successiva, per gli stessi motivi.
Immagina un giovane ragazzo, ha studiato una vita, ha cambiato diverse città, si è sempre dato da fare, ricoprendo anche ruoli modesti pur di poter sbarcare il lunario. Si trova a 30 anni, nel Paese con uno dei più alti tassi di disoccupazione giovanile. Fa fatica a trovare un lavoro qualsiasi, non avrà mai la pensione. Accende il televisore e sente del solito scambio di mazzette tra politici, è costretto a spegnere, indignato e rassegnato, deve andare a distribuire volantini, nella mente le parole legalità e dignità, nel portafogli 50 euro che gli devono bastare per una settimana. Lo Stato si è dimenticato di lui. Il suo amico ricercatore è dovuto andare via, con il cuore piccolo e una nostalgia che non lo risparmia ancora, a distanza di anni.
Immagina un imprenditore che punta sui giovani, un esempio da seguire, virtuoso, un bell’ambiente in cui si respira aria di speranza. L’impresa esegue x lavori per lo Stato, ma i pagamenti ritardano, probabilmente non verranno mai fatti. I buoni propositi devono cedere il passo alla crisi, lo Stato si ripresenta, fiera sanguisuga, con Equitalia e il cappio al collo di cartelle esattoriali non pagate. Nascosto nel momento del bisogno, esce fuori prepotente quando c’è della carne da spolpare o quantomeno ciò che rimane.
Immagina poi una via importante di una grande città. Diversi clochard dormono appoggiati alle pareti. Lo Stato si è dimenticato di loro. A portare il cibo, ogni sera, un’associazione di volontariato, la stessa che gli fornisce coperte e prova a venire incontro ad ogni loro esigenza.
Sopra le loro teste gli uffici della Regione dove la macchina statale ordisce losche trame.
Immagina che tutto questo non sia vero o preparati a soffrire perché di giusto, in questo Paese, c’è poco e niente.