Sono giù, vi sento, venitemi a salvare!

Gioco con i miei amici come ogni giorno, che divertimento! Risate, ogni oggetto trasformato in un pallone da calciare, nascondino e rincorse varie, canto anche la mia canzone preferita.

Conosco quel pozzo, papà mi dice sempre di starne alla larga e infatti con gli altri giochiamo parecchio lontano, per evitare qualsiasi rischio. Canto e non mi rendo conto che mi avvicino sempre più al punto X.

Faccio un volo, non capisco più nulla, cado e non finisce più, poi tocco il fondo, mi fa male tutto, non vedo niente, adesso cosa faccio?

Urlano i miei amici prima e i miei genitori poco dopo, io rispondo ma non mi sentono, mi esplode la gola di quanto urlo, sapranno mai che sono qui dentro?

Il tempo sembra non passare mai, non so a che pensare e allora mi metto a cantare, richiamo il mio amico immaginario ma mi rendo conto che faccio sempre più fatica a respirare.

Sento movimenti lassù, mi chiamano, mi dicono di stare tranquillo, ad un certo punto mi vedono anche, ho sete e fame, non so quanto tempo sia passato da quando sono caduto.

Sento scavare, non riesco a muovermi, bevo e mangio ma sono solo, sono piccolo e ho tante cose che voglio fare fuori da qui, riusciranno a salvarmi?

Respiro grazie alla maschera dell’ossigeno, il rumore dello scavo si fa sempre più vicino, cadono pietre, qualcuna mi fa anche male, c’è poca luce, cominciano a farmi male gli occhi.

Sono piccolo ma voglio bene a tutti, voglio uscire di qui e dire ai miei genitori che gli voglio bene, che non lo farò più, sono piccolo e sbaglio ogni tanto ,non dovevo giocare qui vicino.

Dormo, non sento più niente, quando mi sveglierò sono sicuro mi avranno già salvato.

Dedicato a Rayan e a tutti i bambini che sono caduti in un pozzo, sperando di poter raccontare un lieto fine.

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