Ma tra uomini si parla di “violenza sulle donne”?

Femminicidio, l’ennesimo, ormai abbiamo perso il conto. Si dicono tante cose, alcune profondamente giuste, altre semplicemente no, in linea generale, come al solito, molta teoria e pochissima pratica.

Una legge per imporre l’insegnamento dell’affettività nelle scuole, ok buona idea, riusciranno i nostri eroi politici ad emanarla in tempi brevi?

Percorsi educativi per famiglie e operatori perché giustamente più di qualcuno dice che il problema non sono i figli ma i cosiddetti “nuovi genitori” che tralasciano, ignorano e non si impegnano ad espletare al meglio questa missione di vita.

Noi, come singoli uomini, ci indigniamo tutti, sui nostri social, diciamo che non siamo mostri, che la maggior parte degli uomini tratta bene le donne e le rispetta, ma tra di noi riusciamo a parlare di temi seri e complicati come “la violenza sulle donne”?

Facile parlare di calcio, motori, del più o del meno, ma siamo in grado di metterci in gioco su argomenti di attualità così scottanti? Di esprimere la nostra opinione? Di riprendere un amico che usa frasi sessisti o guarda una donna in un certo modo?

Perché è questo che può fare la differenza, perché una frase o un certo modo di squadrare può essere preludio di qualcosa di molto grave, perché combattendo nel quotidiano facciamo strada ad un nuovo modo di pensare e di agire che possa ripulire la società da una vera e propria emergenza.

Ciascuno di noi deve fare un passo per estirpare questa squallida cultura del possesso.