Non voglio diventare grande

Era il 1987, nascevo io e nasceva, neanche a farlo apposta, uno dei film che avrei visto di più e con più piacere, “Da grande”, interpretato dal grande Renato Pozzetto, una pellicola sempreverde tanto che è uscita l’anno scorso al cinema reinterpretata da diversi protagonisti.

Un bambino, stanco di non essere ascoltato dai genitori, esprimeva il desiderio di diventare grande, desiderio che veniva accolto, si trovava dunque nei panni del grande pur ragionando ancora come un piccolo ma alla fine del film puntualmente si pentirà di aver affrettato i tempi.

Sì, perché diciamocelo francamente, essere grandi non è affatto così stimolante mentre essere piccoli, per usare un gergo giovanile, è proprio una figata.

Curiosi, sorridenti, smaniosi di imparare, affettuosi, baci e abbracci, urla di felicità, i piccoli si accontentano di poco e ti costringono a tirare fuori il tuo lato bambino, aspetto che può anche salvarti la vita.

Cosa ci è successo crescendo? Perché abbiamo perso tutto quel patrimonio stupendo che il Creatore ci ha donato? Dove è la nostra spontaneità? Che persone siamo diventate inseguendo le nostre futilità?

I figli ti insegnano che essere bambini è davvero pazzesco, ecco perché quando mi trovo davanti un bambino che si lamenta perché vuole diventare grande, perché non gli è concesso niente, perché i grandi possono fare tutto…gli dico con un sorriso che “il mondo è dei piccoli” e che crescere non è poi così tanto bello.

In ogni caso dipende da noi, dalla capacità di salvaguardare il bambino che abbiamo dentro: lo perderemo, ma dobbiamo essere in grado di ritrovarlo sempre, di fare gli scemi, di ridere a crepapelle e incuriosirci per ogni cosa, di assecondare noi stessi, di abbracciare e baciare i nostri cari, di essere felici.

“Non voglio diventare grande”, posso dirlo anche adesso che grande lo sono già diventato?

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