Diversità, esci da questo corpo!

Seguire la massa conviene? Omologarsi alla maggioranza è una tutela o l’occasione mancata di poter essere esclusivamente se stessi?
Proverò a rispondere a questa domanda, a modo mio.

  • Ho visto persone deridere chi aveva difficoltà in un parcheggio o ragazze che si lamentavano, per lo stesso motivo, della poca virilità di un uomo (poi lasciato)
  • Ho assistito a derisioni di ragazzi in carne (lo ero anche io) e di ragazzi colpevoli di essere con la testa sulle spalle.
  • Ho sentito adulti urlare la loro superiorità ai propri figli, salvo poi comprarseli con pile di giochi ultramoderni
  • Ho visto un gruppo di ragazzi evidenziare incessantemente l’handicap di un altro ragazzo
  • Ho ascoltato datori di lavoro preferire la raccomandazione alla creatività
  • Ho sentito gente sorprendersi davanti ad una persona adulta single o ad una coppia adulta senza figli

Diciamo le cose come stanno: l’omologazione rassicura tutti perché tutti si ritrovano a fare sempre le stesse cose. Ma la realtà è questa:

  • Chi deride credendosi perfetto, rappresenta quasi sempre ciò che di più lontano esista dalla perfezione
  • Bullo è chi deve prevaricare soggetti che hanno apparentemente raggiunto l’equilibrio che egli stesso agogna
  • Genitore non è chi compra mille giochi per non riconoscere la sua assenza o chi si erge ad essere superiore per coprire la sua instabilità nel mondo
  • Chi si sofferma su un handicap altrui credendo di essere superiore, in realtà si rode il fegato davanti alle imprese di persone che con meno risorse (almeno sulla carta) riescono a raggiungere risultati ben più grandi e tangibili.
  • Conteniamo e isoliamo la creatività perché abbiamo una tremenda paura di tuffarci nell’ignoto
  • Non tutte le famiglie con figli sono la giusta miscela di sentimenti. Spesso prevale la paura di non rimanere soli e l’esigenza di dover soddisfare standard sociali ben definiti

Al posto di aiutare una persona in difficoltà la deridiamo. Abbiamo rinunciato alla libertà per seguire il gregge. Non seguiamo la nostra personalità, fatta di pregi e difetti e la sacrifichiamo sull’altare della sicurezza. Appena una pecora scappa la additiamo, la rimproveriamo, la deridiamo. Provate ad aiutare una persona in difficoltà e guardate quante volte vi ringrazia per un gesto così naturale: lì sta la sconfitta dell’intera umanità.

Abbiamo paura, a volte si chiama invidia, per chi ha deciso di essere diverso o per chi ha accettato la sua diversità e ne ha fatto il suo punto di forza, per chi ha voluto a tutti i costi spiccare il volo sulle ali della propria personalità.

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